Renato Pasta
Alla fine del XVIII secolo, l’Arcispedale di S. Maria Nuova costituiva ormai un modello per l’opinione colta europea. L’ente aveva, infatti, compiuto la trasformazione da ricovero assistenziale per i poveri a luogo della pratica clinica affidata all’integrazione delle competenze professionali di medici, chirurghi e speziali. Il saggio esamina brevemente il percorso delle riforme, con particolare attenzione per i lavori della Deputazione sopra i luoghi pii del 1778-1781 e per gli esiti che ne derivarono: l’accentramento della gestione ospedaliera in mani laiche sotto il diretto controllo del principe, il potenziamento della pratica didattica con l’istituzione di nuove cattedre, la redazione scritta delle norme che reggevano la vita dell’ente con il Regolamento dei Regi spedali di S. Maria Nuova e Bonifazio, dovute a Marco Covoni Girolami e Vincenzo Chiarugi. La ridefinizione delle competenze e delle funzioni riflette tanto l’ampliamento dei compiti dello Stato, quanto il fitto dialogo dei medici coinvolti con il rinnovamento della professione in Francia e in altri stati italiani.
At the end of the eighteenth century, the Florentine hospital of S. Maria Nuova emerged as an example of good government in the eyes of the European élite. The essay examines some aspects of the strategy that changed the nature of the hospital, from its traditional role as a charitable institution to that of a public-health agency for the care of the sick, where interaction between medical doctors, surgeons and apothecaries was encouraged. New written rules were issued in the Regolamento dei Regi spedali di S. Maria Nuova e Bonifazio (1789), a result of the cooperative effort of Marco Covoni Girolami and Vincenzi Chiarugi. The outcome of the process refl ects both the impact of Austro-German Cameralism, the growth of administrative government and the intellectual and professional exchange of Florentine doctors with their peers North of the Alps and in other Italian states.
Renato Pasta insegna Storia moderna all’Università di Firenze. Ha conseguito il dottorato in Storia nel 1985 presso l’Università di Princeton. Si occupa principalmente di storia della cultura e della politica nel Settecento, di storia delle istituzioni scientifiche e di storia del commercio librario. Le sue pubblicazioni comprendono i volumi Scienza, politica e rivoluzione. L’opera di Giovanni Fabbroni, intellettuale e funzionario al servizio dei Lorena (1752-1822), Firenze, Olschki, 1989; Editoria e cultura nel Settecento, Firenze, Olschki, 1997; la cura, con Vieri Becagli e Giulio Barsanti di La politica della scienza. Toscana e stati italiani nel tardo Settecento, Firenze, Olschki, 1996. Con Sergio Bertelli ha curato il volume Vivere a Pitti. Una reggia dai Medici ai Savoia, Firenze, Olschki, 2003.
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