Sei in: Home » Annali di Storia di Firenze » Il Badalone di Filippo Brunelleschi e l’iconografia del «navigium» tra Guido da Vigevano e Leonardo da Vinci. In appendice: Il privilegio del Badalone. Trascrizione e note storico-archivistiche
Romano Nanni, Veronica Vestri
Nel giugno 1421 le autorità di Firenze concessero a Filippo Brunelleschi un privilegium per sfruttare i diritti di uso di un nuovo tipo di imbarcazione che il grande architetto aveva inventato, il badalone. Varie ipotesi sono state fatte riguardo le caratteristiche di questo naviglio, ma determinare con esattezza cosa sia stato il badalone non è facile, a causa della mancanza di documentazione eloquentemente descrittiva. Qui si avanzano alcune congetture intorno al suo uso e caratteristiche. Da una parte una rilettura degli archivi dell’Opera del Duomo di Firenze, particolarmente dei documenti relazionabili all’impresa del Brunelleschi e alla navigazione dell’Arno nelle diverse stagioni dell’anno; e, dall’altra parte, un’indagine sulla tradizione iconografica della navigazione dal Medio Evo al primo Rinascimento, ci consentono di identificare meglio i problemi a cui l’invenzione brunelleschiana intendeva rispondere, suggerendo altre ipotesi sull’identità del badalone.
On 19 June 1421 the government of Florence granted Filippo Brunelleschi a privilegium to exploit the rights of use of a new ship design which the great architect had devised, the badalone. Several hypotheses have been made about the ship’s features, but determining exactly what the badalone looked like is not easy due to the lack of detailed descriptive documentation. It is, however, possible to forward some suggestions concerning both its usage and form on the basis of two sources. Firstly from a new survey of the archives of the Opera del Duomo in Florence, particularly of the documents relating to Brunelleschi’s enterprise and to the navigation of the Arno during the different seasons of the year; and, secondly, from an investigation on the iconographic tradition of shipping since the Middle Age to the early Renaissance. Both of these intersecting lines of inquiry allow us to identify better the problems Brunelleschi’s invention sought to address whilst also forwarding further suggestions concerning the nature of the badalone itself.
Romano Nanni è direttore della Biblioteca Leonardiana e del Museo Leonardiano di Vinci. Svolge attività di ricerca sulla cultura filosofica e tecnicoscientifica del Rinascimento e sulla sua ricezione nel XIX-XX secolo. Tra le sue più recenti pubblicazioni: La tecnica nel “Panepistemon” di Angelo Poliziano: ‘mechanica’ e ‘artes sellulariae’, «Physis», XLIV (2007), n. 2; Leda. Storia di un mito dalle origini a Leonardo (scritto con Maria Chiara Monaco), Firenze 2008; Philosophies of Technology: Francis Bacon and his Contemporaries, curato in collaborazione con G. Engel, N. Karafyllis, C. Zittel, 2 voll., Leiden 2008; Leonardo in Russia. Temi e figure tra XIX e XX secolo (edizione italo-russa curata con Nadia Podzemskaia), Milano 2012; Leonardo da Vinci. Interpretazioni e rifrazioni tra G. Venturi e P. Valéry (curato con Antonietta Sanna), in uscita per Olschki. Veronica Vestri dopo la laurea in Storia medievale presso l’Università di Firenze si è specializzata in archivistica, diplomatica e paleografia e codicologia greca e latina presso la scuola dell’Archivio di Stato di Firenze e presso quella dell’Archivio Segreto Vaticano. Ha collaborato con l’Archivio di Stato di Firenze, presso il quale ha redatto gli inventari dei fondi Libri di commercio e di famiglia, Miscellanea Medicea e Bardi I serie. Come libero professionista ha curato, fra gli altri, il riordino degli archivi comunali di Cerreto Guidi e Pontassieve,
per la parte preunitaria. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni ed edizioni di documenti d’archivio con particolare riferimento alla storia dell’arte e dell’architettura toscana dei secoli XV-XVI.
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