13 dicembre 2010: muore Flavia Arlotta

PDF

di Katerine Gaja

[Le parole evidenziate nel testo rinviano a link esterni elencati in fondo alla pagina]

Si ringrazia la famiglia Colacicchi per la preziosa collaborazione

Flavia Arlotta, La piana di Castello, 1950 ca. Firenze, Collezione Famiglia Colacicchi

Flavia Arlotta nasce a Napoli il 9 maggio 1913, da Ugo, uomo di cultura appartenente ad una famiglia di mercanti e banchieri, e da Elena Albrecht von Brandenburg, scultrice russa. Vive i primi diciassette anni a Sorrento, in una villa che era un centro cosmopolita per la frequentazione di artisti e scrittori; frequenta il liceo artistico di Napoli.

In seguito alla crisi finanziaria del 1930, Ugo Arlotta vende la villa di Sorrento e si trasferisce a Firenze insieme col figlio Volodja, con Flavia e con la ‘tata’ russa Duniascia. Tramite Felice Carena Flavia trova in Giovanni Colacicchi il maestro per preparare l’esame di ammissione all’Accademia delle Belle Arti: un insegnamento che resterà importante nella composizione e nel modo di pensare un quadro.

Nel 1933 Flavia si trasferisce a Monaco per un anno, dove tramite Nina Harkevitch conosce esuli russi, fra cui Lydia Pasternak. Nel 1935 si diploma alla scuola di pittura di Carena all’Accademia. Dello stesso anno è uno dei primi paesaggi, Il Campo degli Hildebrand a San Francesco di Paola, conservato nella Galleria d’Arte Moderna a Palazzo Pitti. Quando Giovanni parte per un lungo soggiorno in Sud Africa, Flavia condivide uno studio con il pittore Onofrio Martinelli.

Flavia Arlotta, Bernard Berenson, Nicky Mariano e Giovanni Colacicchi a Villa I Tatti, 1954. L’immagine è tratta dal sito www.giovannicolacicchi.com

Al ritorno di Giovanni, nel 1936, inizia la loro vita in comune (si sposeranno nel 1952). Nel 1937 nasce il loro primo figlio, Piero, e nel 1942 il secondo, Francesco. Negli anni della guerra la famiglia abita a Vallombrosa, nella casa offertale da Nicky Mariano e Bernard Berenson.

L’attività artistica di Flavia – che negli anni Trenta e Quaranta partecipa a varie mostre collettive, a Palazzo Strozzi a Firenze e alla Galleria d’Arte Moderna a Roma – procede accanto a quella di Giovanni, senza che Flavia cerchi di emergere. Già i primi quadri evidenziano un linguaggio che è personale. Costruisce lentamente e spesso distrugge quello che ha dipinto. Il suo è un lavoro meticoloso, con una scelta severa e finissima dei toni. Come scrive Giovanni a proposito dell’attività artistica di Flavia, essa è «aliena da facili improvvisazioni, nasce matura con meditativa serietà» (da una nota del 1947 conservata nel fondo Colacicchi-Arlotta presso l’Archivio Contemporaneo “A. Bonsanti”).

Oltre ai paesaggi marini creati durante gli inverni che Flavia e Giovanni passano ad Ischia, Ponza, Maratea, Gaeta o in Versilia, dipinge ritratti: Ragazza col vestito bianco (1984), ora alla Galleria d’Arte Moderna a Palazzo Pitti, Ragazza di Anagni (1989). Più volte queste opere colgono un elemento di dubbio, di ricalcitranza o profonda riserva nell’espressione dei soggetti. Duniascia (1955), un quadro semidistrutto dalla stessa autrice, poi recuperato, ritrae lo spirito austero, arcigno del soggetto, di cui traspare il dolore per la separazione dai figli dopo la rivoluzione bolscevica del 1917.

Le sue nature morte rendono oggetti solo in apparenza insignificanti: vasi, pigne, bottiglie, scatole, ciotole. La freschezza della visione dell’artista rivela aspetti di ciò che è abituale e non percepito, con sottili effetti di trasparenza e opalescenze azzurrine, ad esempio il vetro in Natura morta con vasetti celesti e vino (1970). Il sereno distacco, lo stile sobrio, la sintassi classica nella disposizione degli oggetti, la materia vellutata, a tratti rarefatta, hanno suggerito un’affinità con le fragili nature morte ad affresco provenienti dagli scavi pompeiani.

Natura morta con la scatola in betulla, 1975 ca. Firenze, Collezione Famiglia Colacicchi

Negli oggetti semplici intuisce un mistero: immanente, ma nascosto, non decifrabile. Raramente scrive del suo lavoro, che per lei «sembrerebbe non completamente vano, se solo riuscisse a comunicare a qualcuno l’amore al mondo e alla vita. Seppure attraverso motivi semplici. Quelli che ci stanno intorno. La ragione di condividere con qualcuno il sentimento che c’è qualche cos’altro anche soltanto dietro un pane o un fiore…» (da Flavia Arlotta, Ricordi e pensieri, in Dipinti di Flavia Arlotta, Catalogo della mostra, Firenze 1979, pagina non numerata).

Dagli anni Cinquanta Flavia si impegna a difesa del paesaggio contro la speculazione edilizia. Nel 1971 a Firenze è con Giovanni tra i fondatori dell’associazione “Firenze Viva”.

Del 1979 è la prima mostra personale, all’Associazione Culturale “Il Punto” a Firenze; ne seguono altre nel 1984, sempre all’Associazione “Il Punto”, e nel 1998 al Lyceum Club di Firenze.

Gli amici di Flavia e Giovanni comprendono artisti, poeti, musicisti, critici d’arte, gli artigiani di Anagni e della zona di Castello a Firenze. Sono amicizie che perdurano nel tempo, trasmettendosi a volte da una generazione all’altra. L’elenco dei nomi dei loro corrispondenti si può leggere come un indice del panorama della vita culturale fiorentina del Novecento. Elsa Morante ricorda la calorosa accoglienza ricevuta nel 1942, ed il «senso insolito di felicità perché nella tua casa mi sentivo circondata da un sentimento di confidenza e di amicizia…» (da una lettera di Elsa Morante a Flavia Arlotta, datata 4 luglio 1958, conservata nel fondo Colacicchi-Arlotta presso l’Archivio Contemporaneo “A. Bonsanti”).

Flavia Arlotta muore a Firenze, nella casa di via dell’Osservatorio, il 13 dicembre 2010.

 

Bibliografia di riferimento

  • Flavia Arlotta Colacicchi, Ricordi 1942-1945. Scritti nel 1988, a cura di Piero e Francesco Colacicchi, Viareggio, Idea Books, 2012
  • Per Flavia Arlotta, testi di Sandra Bonsanti e Nicolas Pasternak Slater, in «Antologia Vieusseux», n.s., XIX, 56, maggio-agosto 2013, pp. 115-121
  • Giovanni Colacicchi. Figure di ritmo e di luce nella Firenze del ’900, catalogo della mostra (Museo di Villa Bardini, 18 aprile-19 ottobre 2014), a cura di M. Ruffini e S. Ragionieri, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014
  • Flavia Arlotta. Donna e pittrice del ’900, Catalogo della mostra (Firenze, Accademia delle Arti del Disegno, 9 maggio-6 settembre 2014), a cura di M. Ruffini e Max Seidel, Firenze, Edizioni Polistampa, 2014, cui si rinvia anche per l’accurata cronologia curata da Mario Ruffini, pp.16-23

 

Elenco dei link in ordine di citazione (il loro funzionamento è stato verificato il 20 novembre 2014)

 


Torna su