Paola Ventrone
Nell’Italia pre-moderna le feste di identità civica si distinguevano da tutte le altre celebrazioni collettive in quanto avevano la funzione di disegnare l’immagine della città, delle sue istituzioni, della sua composizione sociale e della sua ricchezza. Dotate di caratteristiche che ne sancivano l’eccellenza rispetto alle altre occasioni cerimoniali, esse mutavano nel tempo registrando i mutamenti politico-istituzionali delle città-stato. Questo contributo analizza la vicenda storica delle feste patronali di San Giovanni a partire dalle notizie più antiche sulla loro istituzione in età comunale fino alle trasformazioni introdotte dal regime principesco nel XVI secolo. La cospicua e continuativa documentazione superstite, e soprattutto le dettagliate descrizioni che punteggiano la storia della festa segnalando le congiunture dei cambiamenti più significativi, consente di ricostruire le varie tappe della sua istituzione e degli spettacoli in essa inseriti, leggendovi di volta in volta la simbologia politica sottesa. Se in età repubblicana le confraternite rappresentarono su carri la storia della redenzione umana dalla creazione al giudizio universale, enfatizzando così un’immagine di Firenze profondamente devota e unita sotto la protezione del Patrono, negli ultimi anni di egemonia del Magnifico vennero introdotti anche trionfi all’antica in esplicita lode del ‘signore’, mentre con l’avvento del principato Cosimo I cambiò radicalmente il significato civico della festa trasformandola da offerta della città a San Giovanni in “omaggio” dei sudditi al sovrano.
In pre-modern Italy, feasts to foster civic identity could be differentiated from other collective celebrations based on their function, which was to mould the image of the city, its institutions, social composition and its richness. Equipped with certain characteristics which set them aside from other ceremonies, these evolved over time, resisting the political-institutional changes which had taken place in the city-state. This essay explores the historical significance of the feast of the Patron Saint of the city, San Giovanni (Saint John), using the most antique sources available to us - which describe its establishment in the municipal era - as a starting point and going all the way up until the transformations introduced by the princely regime of the sixteenth century. A conspicuous and continuative amount of documentation is still in existence today. In particular, detailed descriptions following the development of the feast, highlighting its juxtaposition with some of the most significant changes in the city are still available. These have allowed us to reconstruct various historical moments, from its inception to the shows it contained, while reading into their underlying political symbolism. If, during the republican era, the brotherhoods represented human redemption from the Creation to the Final Judgment on their floats - emphasising an image of Florence which was profoundly devoted and united under the protection of its Patron Saint – during the last few years of the Magnifico’s hegemony old fashioned triumphs explicitly praising the “lord” were also introduced. With the advent of the principality of Cosimo I the civic significance of the feast changed drastically, transforming it from a gift from the city to Saint John into subjects paying “homage” to their sovereign.
Paola Ventrone insegna Storia del Teatro medievale e rinascimentale all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Laureata nel 1986 presso l’Università di Firenze, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Discipline dello spettacolo nel 1991 presso l’Università di Bologna. È membro della redazione di «Interpres» e degli «Annali di storia moderna e contemporanea». Si occupa principalmente dell’organizzazione dei sistemi produttivi dello spettacolo medievale e rinascimentale, con particolare attenzione per i gruppi e gli enti sociali promotori e per le modalità, le occasioni e i luoghi di produzione e di fruizione; delle tecniche di recitazione e di composizione che hanno determinato la definizione dei generi drammaturgici della sacra rappresentazione e della commedia erudita; e della invenzione di una pedagogia teatrale destinata all’educazione dei fanciulli che ha segnato peculiarmente la storia dello spettacolo fiorentino di età repubblicana. Fra le sue pubblicazioni, oltre a diversi saggi sullo spettacolo fiorentino del Quattrocento, il catalogo della mostra «Le tems revient» - «’l tempo si rinuova». Feste e spettacoli nella Firenze di Lorenzo il Magnifico (Milano, Silvana, 1992), della quale è stata ordinatrice per le celebrazioni nazionali del v centenario della morte di Lorenzo de’ Medici; ha inoltre pubblicato il volume Gli araldi della commedia. Teatro a Firenze nel Rinascimento, Pisa, Pacini, 1993.
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