Marta Baiardi
Le persecuzioni antiebraiche a Firenze dopo l’8 settembre 1943 furono particolarmente cruente. Malgrado l’efficacia e l’estensione di una rete protettiva di aiuti, la convinta collaborazione delle istituzioni locali della Repubblica Sociale Italiana con gli occupanti tedeschi impresse alle persecuzioni un’impronta particolare di violenza ed accanimento, che portò all’arresto, seguito da deportazione ad Auschwitz, di più di trecento ebrei, italiani e stranieri, presenti in città. Nel periodo immediatamente successivo alla liberazione, con la guerra ancora in corso, a Firenze gli ebrei scampati, frastornati, spogliati dei loro beni, ancora inconsapevoli della catastrofe ebraica europea e della fine toccata ai loro cari deportati, furono invitati dal Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e dalla Comunità ebraica a compilare memoriali sulle sofferenze subite. Oggi quegli scritti costituiscono un significativo corpus documentario che testimonia di una memoria collettiva ebraica in fase di formazione ancora al di qua della frattura della Shoah, capace di raccontare vicende e afflizioni percepite poi come ‘minori’, una volta realizzata l’entità del disastro. Emergono anche da queste precoci testimonianze, da cui sono tratti i due documenti che qui si pubblicano, speranze concrete di ottenere giustizia e di vedere puniti i colpevoli, che con l’avanzare del difficile dopoguerra italiano andranno poi invece deluse.
The Jewish persecutions in Florence after 8 September 1943 were especially harsh. In spite of the effectiveness and the extent of the aid network which had been set up, the dedicated collaboration of local Fascist institutions with the German occupants made Jewish persecutions particularly harsh and violent in Florence and led to the arrest and deportation to Auschwitz of more than three hundred Jews – both Italians and foreigners – present in the city. During the period which immediately followed the liberation and while the war continued, Jews in Florence – who were still shell-shocked, had been deprived of their belongings and where were as yet unaware of the Jewish catastrophe in europe and of what had happened to their deported family and friends – were invited by the National Liberation Committee of Tuscany and the Jewish Community to write their accounts of what they had suffered. These constitute a significant corpus of documents bearing witness to a Jewish collective memory which was still being shaped before the Shoah, and which narrated events and afflictions which were later perceived as ‘minor’ following the new awareness of the entity of the disaster which had taken place. These early eyewitness accounts – from which the two documents which are published here are taken – depict a concrete hope of obtaining justice and of seeing the guilty parties punished which, as the difficult post-war period in Italy continued, were never fulfilled.
Marta Baiardi lavora presso l’Istituto storico della Resistenza in Toscana di Firenze. Socia della Società delle Storiche e responsabile del Progetto Memoria della Provincia di Firenze dal 1997, ha coordinato vari progetti di formazione per insegnanti. Ha collaborato alla raccolta italiana delle interviste per conto della Survivors of the Visual History Shoah Foundation di Los Angeles (Fondazione Spielberg) e ha partecipato al gruppo di ricerca sulla deportazione italiana del Dipartimento di Storia dell’Università di Torino. Tra le sue pubblicazioni: Shoah e deportazione, Firenze, Provincia di Firenze, 2000 (con E. Collotti); alcuni studi sulla deportazione femminile (in Civiltà, guerra e sterminio, Firenze, Regione Toscana, 2002 e in D. Gagliani, a cura di, Guerra Resistenza Politica. Storie di donne, Reggio Emilia, Aliberti, 2006); un saggio sulla deportazione degli ebrei da Firenze (in E. Collotti, a cura di, Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI, Roma, Carocci, 2007).
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