Nacque a Venezia nel 1517 da cui nel 1540 si allontanò per studiare nell’università pisana.
Entrato nell’ordine dei canonici regolari, vi uscì con dispensa della Penitenzieria apostolica, entrando in rapporti coi circoli valdesiani e con la cerchia di umanisti che si riuniva attorno al cardinal Reginald Pole presso i benedettini di Maguzzano sul Garda.
Dal 1555, accusato di eresia, fu costretto a fuggire da Venezia, peregrinando in vari paesi, dalla Francia, alla Germania, alla Spagna. Nel 1560, dopo un breve rientro a Venezia e un soggiorno a Lucca, la sua attività di scrittore si orienta verso le storie fiorentine che pubblicherà in latino a Lione nel 1562 in 8 libri, comprendendovi il periodo che aveva segnato il tramonto delle libertà repubblicane e l’ascesa del potere mediceo fino alla morte di Lorenzo il Magnifico.
Legato ai fuorusciti fiorentini antimedicei a Venezia e a Lione, Bruto, dopo alcune esperienze come precettore privato, condusse dal 1565 una vita avventurosa che lo portò al servizio del principe transilvano Stefano Bàthori per il quale iniziò a scrivere, in qualità di storiografo stipendiato, una storia d’ Ungheria in chiave antiasburgica, finché questi, eletto re di Polonia, non lo portò con sé a Cracovia. In questa città Bruto fu oggetto di frequenti richiami da parte dei nunzi apostolici Calligari e Bolognetti perché abiurasse dall’eresia, cosa che fece nel 1585.
Morto il Bàthori, lo storico passò dalla parte dell’imperatore Massimiliano II che lo assunse come storiografo di corte a Vienna. Nel tentativo di difendere la sua nuova reputazione di cattolico filo-imperiale, scongiurando la pubblicazione del manoscritto della storia d’Ungheria in mano del principe Sigismondo Bàthori, Bruto nel 1592 partì per Alba Iulia, in Transilvania, ma la morte lo colse durante il viaggio.
Opere
Florentinae historiae libri octo priores, Lugduni, 1562;
Historiae florentinae libri octo, Venetiis (ma Firenze), 1764.
Studi su Giovan Michele Bruto
G.M. Mazzucchelli, Gli scrittori d’Italia, II, 4, Brescia, 1763, pp. 2248-2254;
D. Cantimori, Gli eretici italiani del Cinquecento, Firenze, 1939, pp. 343 ;
D. Caccamo, Eretici italiani in Moravia, Polonia, Transilvania (1558-1611), Firenze, 1970, pp.145-152, 238-240;
D. Cacciamo, voce Bruto, Giovan Michele in Dizionario biografico degli italiani, XIV, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1972, pp. 730-734.