Nacque a Firenze intorno al 1246-1247, ultimo, probabilmente, di cinque fratelli, ed ebbe il nome di Aldobrandino o Ildebrandino. Non conosciamo praticamente nulla della sua giovinezza: quanto ai suoi studi, le caratteristiche letterarie delle sue opere, vale a dire la Cronica e le Rime, lasciano supporre che avesse avuto una formazione grammaticale, retorica e nelle arti ben superiore a quella che allora un mercante possedeva normalmente. Esercitò la professione di mercante, e fu in particolare un esportatore, socio della compagnia dei Compagni che, come molte altre, sarebbe fallita nel 1341. Iscritto all’Arte di Por Santa Maria, che riuniva i produttori e i commercianti di panni di seta, ne fu anche, più volte, console. Tra il 1282, anno della creazione del Priorato delle Arti alla quale, stando alla sua diretta testimonianza, avrebbe contribuito significativamente, ed il 1301 ricoprì importanti incarichi politici: fu priore nel 1289 e nel 1301 e gonfaloniere di giustizia nel 1293. Tale ascesa nella vita politica fiorentina fu, probabilmente, il risultato di un’impresa del tutto individuale, per la quale Dino non potè contare sull’appoggio e le relazioni del suo gruppo familiare, che non vantava una posizione di rilievo in città. La sua fu un’esperienza politica intensa ma sfortunata: nel 1295 fu testimone della sconfitta inflitta a Giano della Bella, del quale era stato uno dei più ferventi sostenitori, e pochi anni più tardi avrebbe visto concludersi anche la sua stessa carriera nelle istituzioni cittadine. All’indomani della vittoria dei guelfi neri nel novembre del 1301, Compagni, guelfo di parte bianca come Dante, riuscì ad evitare l’esilio dalla città, ma venne costretto a ritirarsi a vita privata: assistè quindi da semplice spettatore, ma tutt’altro che spassionato e sereno, alle vicende fiorentine degli anni successivi. Al di là della sua partecipazione alla vita pubblica, sappiamo che possedeva case nel popolo di Santa Trinita, nel sesto di Borgo, che contrasse due matrimoni ed ebbe più figli. Morì il 26 febbraio 1324 ed un’epigrafe, collocata nella seconda metà del XVIII secolo nella chiesa di Santa Trinita in cui fu sepolto, ne celebra il ricordo. Fu negli anni seguenti all’allontanamento dalla vita politica che Compagni concepì il progetto di una cronaca dedicata alla storia della propria città. Con ogni probabilità, egli ne avviò la stesura alla fine del 1310, non appena, cioè, gli giunse notizia della discesa in Italia di Arrigo VII nel quale, come il suo più famoso concittadino Dante Alighieri, riponeva le proprie speranze di cambiamento. La Cronica consta di tre libri, preceduti da un proemio di poche righe, e si estende su un arco cronologico che, fatta eccezione per la breve illustrazione relativa all’origine della discordia tra guelfi e ghibellini in Firenze nel 1215, è compreso tra il 1280 e la spedizione italiana di Arrigo VII. Centrale nella narrazione è la lotta tra bianchi e neri, che costituì d’altra parte lo spartiacque nella vicenda personale dello stesso cronista. La presenza di un certo numero di errori storici, veramente singolare per un testimone oculare degli eventi raccontati, e di alcuni elementi linguistici tipici del volgare quattrocentesco più che primotrecentesco fu nel XIX secolo all’origine di un vivace dibattito sull’autenticità della Cronica. Fu principalmente per gli studi di Isidoro del Lungo che il testo trovò in Compagni un’attribuzione certa, oggi ormai indiscussa. Compagni fu anche autore di rime, composte prima del 1300 e prive di grande valore poetico; gli è stato attribuito anche un poema in nona rima, l’Intelligenza, sebbene nessuna prova persuasiva sia stata finora addotta in proposito.
Opere Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi, a cura di D. Cappi, Roma, ISIME, 2000 (Dell’opera esistono anche varie edizioni tascabili, tra cui quella per la BUR, Milano, Rizzoli, 1995); L’intelligenza: poemetto anonimo del secolo 13, a cura di M. Berisso, Parma, Guanda, 2000; La Cronica, le Rime, e l’Intelligenza, a cura di R. Piccoli, Lanciano, Carabba, 1930, (La Cronica è consultabile in vari siti presenti in rete, ad esempio, digitando l’url [09/2010]: http://www.liberliber.it/biblioteca/c/compagni/index.htm) .
Studi su Dino Compagni P. Scheffer-Boichorst, Die Chronik des Dino Compagni eine Fälschung, in Id., Florentiner Studien, Leipzig, Hirzel, 1874; I. Del Lungo, Dino Compagni e la sua Cronica, Firenze, Le Monnier, 1879-1880; G. Luzzato, Introduzione a Dino Compagni, Cronica, Torino, Einaudi, 1968; G. Arnaldi, voce Compagni, Dino in Dizionario biografico degli italiani, XXVII, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1982, pp. 629-647.