di Irene Mauro (Firenze)
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Nella notte tra il 19 e il 20 ottobre del 1587 presso la villa medicea di Poggio a Caiano passava a miglior vita, dopo undici giorni di agonia, il granduca Francesco I de’ Medici; lo seguiva, a distanza di qualche ora, la moglie Bianca Cappello. Il sospetto cadde subito sul fratello di Francesco, il cardinale Ferdinando, con cui il granduca aveva trascorso gli ultimi giorni di vita; per mettere a tacere ogni dubbio fu eseguita un’autopsia, i cui risultati smentirono l’ipotesi di avvelenamento. A causare la morte sembrava essere stata la malaria, che aveva provocato difficoltà respiratorie, febbre e diarrea talmente intensi e dolorosi da far udire le grida del principe in tutte le stanze della villa; dal canto suo la veneziana Bianca Cappello, ignara della morte del marito, subiva la stessa inesorabile sorte. Tuttavia il sospetto che la coppia fosse stata avvelenata era ormai entrato a corte e un alone di mistero calava per sempre sulla vicenda. Nonostante scienziati e storici di tutto il mondo si siano a lungo prodigati per dare una risposta che chiudesse una volta per tutte il caso, allo stato attuale delle ricerche le cause della morte restano ancora avvolte dal mistero.
Francesco, primogenito di Cosimo I de’ Medici, ricevette dal padre nel 1564, in seguito a formale abdicazione, il governo e le rendite dello Stato; successivamente, alla morte di Cosimo nel 1574, ottenne i pieni poteri ed il titolo ducale, divenuto poi titolo di granduca per privilegio imperiale nel 1576. Il rapporto con il padre, tuttavia, fu assai turbolento e conflittuale, soprattutto durante gli ultimi anni di vita di Cosimo, il quale rimproverava al figlio il distacco con cui gestiva la cosa pubblica, lasciando che ministri e segretari acquisissero maggiori poteri. Taciturno e malinconico, Francesco coltivava un’autentica passione per la natura i cui frutti manipolava a lungo in laboratorio, fondendo metalli, riproducendo pietre e confezionando antidoti; e, pur riservando la maggior parte del tempo a queste passioni, dimostrò altresì di saper provvedere alla cura dello Stato, ricevendo regolarmente i segretari e trattando con loro gli affari.
Se da un lato la successione fu pacifica e, nel passaggio, il governo non subì sostanziali cambiamenti di rotta, dall’altro torbide vicende e una serie di disgrazie accompagnarono la vita privata della famiglia. Cosimo, provato per l’improvvisa morte, nel 1562, dei figli Giovanni e Garzia a poca distanza l’uno dall’altro, a cui era seguita la scomparsa dell’amata consorte Eleonora di Toledo, mal tollerava la fervida passione di Francesco nei confronti della nobile veneziana Bianca Cappello, che non aveva subito una battuta d’arresto neppure dopo il matrimonio di questi con la figlia dell’imperatore Ferdinando I, Giovanna d’Asburgo, nel 1565; e Francesco, dal canto suo, mal sopportava che il padre, ormai vedovo, si preoccupasse di regolarizzare, con il matrimonio, la sua relazione con la giovane Camilla Martelli, dalla quale nasceva, nel 1568, Virginia. La Cappello, fuggita in giovane età da Venezia con il fiorentino Pietro Bonaventuri, era giunta a Firenze col marito nel 1564; bella e raffinata, era entrata subito nelle grazie di Francesco, che aveva fatto edificare per lei un palazzo in via Maggio, vicino alla residenza medicea di Palazzo Pitti. La relazione col principe, assecondata anche dal marito di lei, fu osteggiata dalla famiglia ducale, e molto chiacchiarata dal popolo; il marito, tuttavia, fu assassinato nel 1572 in circostanze misteriose.
Intrighi di corte, omicidi e torbidi complotti caratterizzarono gli ultimi anni di vita di Cosimo e lasciarono il segno anche dopo la sua morte, nel 1574, dopo una lunga e logorante infermità. Francesco, sposatosi in seconde nozze con la bella Cappello nel 1578 – dapprima in segreto, poi, nel 1579, in veste ufficiale – a distanza di pochi mesi dalla scomparsa della consorte Giovanna, attese invano un erede maschio, dopo la morte del figlio Filippo avuto dalla prima moglie; stando così le cose, e nonostante la legittimazione del figlio naturale Antonio, avuto dalla veneziana – o da una serva di questa –, sarebbe toccato al cardinale Ferdinando, inviso a Francesco e assai critico nei confronti della Cappello, succedere al governo dello Stato.
Il caso volle che, nel soggiorno a Poggio a Caiano, il granduca e la sua consorte godessero della compagnia di Ferdinando, tornato da poco da Roma per trascorrere un periodo in compagnia del fratello, con cui intendeva probabilmente riconciliarsi. Dopo aver partecipato insieme a una battuta di caccia, l’attività di corte che tanto aveva appassionato il padre Cosimo, Francesco si mise a letto accusando un forte malessere, seguito dalla consorte; trascorsi undici giorni la coppia, che aveva condiviso gioie e amarezze, passò a miglior vita. E Ferdinando diveniva il nuovo granduca di Toscana.
Letture di approfondimento:
- L. Berti, Il principe dello studiolo. Francesco I dei Medici e la fine del Rinascimento fiorentino, Firenze, EDAM, 1967.
- E. Fasano Guarini, La fondazione del Principato. Da Cosimo I a Ferdinando I (1530-1609), in Storia della civiltà toscana, III, Il principato mediceo, a cura di Eadem, Firenze, Le Monnier, 2003, pp. 3-40.
- G. Fornaciari et alii, Plasmodium falciparum immunodetection in bone remains of members of the Renaissance Medici family (Florence, Italy, sixteenth century), «Transactions of the Royal Society of Tropical Medicine and Hygiene», 104 (2010), pp. 583-587.
Elenco dei link in ordine di citazione (il loro funzionamento è stato verificato il 18 ottobre 2012):
- Informazioni sulla villa medicea di Poggio a Caiano
- Note biografiche su Francesco I de’ Medici
- Note biografiche su Ferdinando I de’ Medici
- Note biografiche su Cosimo I de’ Medici
- Note biografiche su Giovanni de’ Medici
- Note biografiche su Garzia de’ Medici
- Note biografiche su Eleonora di Toledo
- Note biografiche sull’imperatore Ferdinando I
- Note biografiche su Camilla Martelli
- Note biografiche su Antonio de’ Medici