Di madre in figlio: per una storia dell’educazione alla corte dei Medici
«Annali di Storia di Firenze», III (2008), pp.65-145.

In questo saggio si affronta la storia dell’educazione alla corte dei Medici tra Cinque e Seicento, privilegiando il rapporto fra le granduchesse e i loro figli. Le fonti utilizzate per una prima indagine sul tema sono alcuni ruoli della corte dall’epoca di Cosimo I a quella di Cosimo III, i carteggi del fondo Mediceo del
Principato e alcune fonti letterarie attinenti ai programmi pedagogici concepiti per i giovani principi di casa Medici. La scelta del lungo periodo è motivata dall’intento di cogliere i passaggi cruciali che connotano nel tempo l’evoluzione in senso nobiliare-cavalleresco dell’educazione dei primogeniti e dei cadetti maschi, mentre per le principesse destinate al matrimonio o al convento si delinea la persistenza dei modelli educativi legati alle virtù domestiche e morali in genere, calibrate di volta in volta sulle inclinazioni personali. Il denominatore comune di una regia pedagogica articolata fu quello che corrispose al graduale passaggio dalla casa, alla corte, al mondo, dove l’immagine e la reputazione di principi e principesse doveva proiettarsi per l’onore della famiglia, dello Stato e del rango.


From Mother to Son: a History of Education at the Medici Court

This essay looks at the history of education at the Medici Court between the 16th and 17th centuries while focusing in particular on the Grand Duchesses and their children. The sources used for a preliminary study of this topic include a number of roles in the courts at the time of Cosimo I and Cosimo III, papers from the Mediceo del Principato archives in addition to several of literary sources which discussed teaching programmes which had been developed for young princes of the Medici household. The choice of such a long time period for the study is based on the aim of looking at crucial passages which mark the evolution – in noble-chivalrous terms – of firstborns and younger sons over time. A persistence of educational models connected to domestic virtues as well as morality in general instead are seen for the princesses, who were destined either for marriage or the convent from time to time, based on the personal inclination of each. The common denominator which binds this articulated teaching programme was that it mirrored a gradual passage from the home, to the court and the world, where the image and reputation of each of the princes and princesses had to project the honour of the family, the state and their rank.


Maria Pia Paoli  è ricercatrice presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Si occupa prevalentemente di storia culturale e religiosa dei secoli XV-XVIII, con particolare riguardo alla Toscana. Fra le recenti pubblicazioni: Anton Maria Salvini (1653-1729). Il ritratto di un letterato nella Firenze di fine Seicento e, con J. Boutier, Letterati cittadini e principi filosofi. I milieux intellettuali fiorentini tra Cinque e Settecento, ambedue in J. Boutier, B. Marin, A. Romano (sous la dir. de), Naples, Rome, Florence. Une histoire comparée des milieux intellectuels italiens au XVIIe et XVIIIe siècles, Roma, École Française de Rome, 2005; Antonino da Firenze O.P. e la direzione dei laici, in G. Zarri (a cura di), Storia della direzione spirituale, III: L’età moderna, Brescia, Morcelliana, 2008, pp. 85-130. Ha curato per le Edizioni della Normale gli atti del convegno, ora in stampa, Saperi a confronto nell’Europa dei secoli XIII-XIX. Shapes of Learning in the XII-XIX Centuries Europe.


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