Le vicende dello Studio fiorentino nel Quattrocento sono piene di luci e di ombre: periodi di grande fioritura si alternano a profonde crisi, che si riflettono invevitabilmente sulla storia della fabbrica della Sapienza, grande cantiere promosso dagli Ufficiali dello Studio nel 1429 e finanziato da Niccolò da Uzzano. La scelta del sito per edificare la Casa di Sapienza fiorentina cade in un vasto lotto, ancora inedificato, fra S. Marco e la SS. Annunziata. Lo studio analizza le vicende costruttive della fabbrica – rimasta incompiuta – e ne segue l’uso e le trasformazioni fra Quattrocento e Cinquento, portando numerosi elementi di novità su un tema che contava una scarissima letteratura; si riflette su una possibile attribuzione, presentando dei grafici che ricostruiscono l’estensione e la morfologia di massima del vastissimo complesso. Viene analizzata anche la funzione precipua dell’edificio, di cui si precisa la natura di collegio universitario e non di sede degli insegnamenti universitari, dislocatati invece nelle chiese o nella sede di via dello Studio, dietro la Cattedrale.
Emanuela FerrettiLe vicende dello Studio fiorentino nel Quattrocento sono piene di luci e di ombre: periodi di grande fioritura si alternano a profonde crisi, che si riflettono invevitabilmente sulla storia della fabbrica della Sapienza, grande cantiere promosso dagli Ufficiali dello Studio nel 1429 e finanziato da Niccolò da Uzzano. La scelta del sito per edificare la [...]
Le vicende dello Studio fiorentino nel Quattrocento sono piene di luci e di ombre: periodi di grande fioritura si alternano a profonde crisi, che si riflettono invevitabilmente sulla storia della fabbrica della Sapienza, grande cantiere promosso dagli Ufficiali dello Studio nel 1429 e finanziato da Niccolò da Uzzano. La scelta del sito per edificare la Casa di Sapienza fiorentina cade in un vasto lotto, ancora inedificato, fra S. Marco e la SS. Annunziata. Lo studio analizza le vicende costruttive della fabbrica – rimasta incompiuta – e ne segue l’uso e le trasformazioni fra Quattrocento e Cinquento, portando numerosi elementi di novità su un tema che contava una scarissima letteratura; si riflette su una possibile attribuzione, presentando dei grafici che ricostruiscono l’estensione e la morfologia di massima del vastissimo complesso. Viene analizzata anche la funzione precipua dell’edificio, di cui si precisa la natura di collegio universitario e non di sede degli insegnamenti universitari, dislocatati invece nelle chiese o nella sede di via dello Studio, dietro la Cattedrale.
The fortunes of the Studio Fiorentino in the fifteenth century are full of light and shadow: periods of great flourishing alternated with deep crises, all inevitably reflected in the history of the building of the Sapienza, the great work site promoted by the Ufficiali dello Studio in 1429 and financed by Niccolò da Uzzano. The choice of the site for building Florence’s Casa di Sapienza fell upon a large, still undeveloped lot between San Marco and the Santissima Annunziata basilica. The study analyzes what occurred during the construction of the building – which remained incomplete – and follows its use and transformations between the fifteenth and sixteenth centuries, introducing numerous new elements to a theme that has yielded very little literature. The study then reflects upon a possible attribution, with graphics reconstructing the enormous complex’s extension and general morphology. The building’s main function is also analyzed, and its nature specified as a ‘college’ and not the site of university teaching, which was carried out in churches or at the Via dello Studio site, behind the Cathedral.
Emanuela Ferretti, specializzata in archeologia e storia dell’arte e dottore di ricerca in storia dell’architettura, è professore a contratto all’Università di Firenze. I suoi studi si concentrano sulla storia urbana e architettonica della Firenze rinascimentale e sulle problematiche del cantiere storico nel ’500, con particolare riferimento alla realtà fiorentina e romana. Fra le pubblicazioni più recenti: Un cantiere fiorentino nella Roma di metà Cinquecento. Nanni di Baccio e il palazzo di Averardo Serristori in Borgo, «Opus Incertum», IV (2008), n. 4, pp. 107-117; «Imminutus crevit»: il problema della regimazione idraulica dai documenti degli Ufficiali dei Fiumi di Firenze (1549-1574). Alcune considerazioni, in C. Travaglini (a cura di), La città e il fiume, Roma 2008, pp. 105-128; Palazzo Pitti 1550-1560. Precisazioni e nuove acquisizioni sui lavori di Eleonora di Toledo, «Opus Incertum», I (2006), n. 1, pp. 45-55; Giambologna architetto: le esperienze architettoniche e la fortuna critica, in B. Paolozzi Strozzi, D. Zikos (a cura di), Giambologna, gli dei e gli eroi, Firenze 2006, pp. 321-326; Between Bindo Altoviti and Cosimo I: Averardo Serristori, Medici Ambassador in Rome, in A. Chong, D. Pegazzano, D. Zikos (ed. by), Raphael, Cellini & a Renaissance Banker: the Patronage of Bindo Altoviti, Boston-Milano 2003, pp. 456-461.
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