Nato a Firenze il 15 aprile 1362, come scrive nel suo Libro segreto, dal mercante di seta Stagio (Anastasio). Dopo la morte del padre nel 1374 fu avviato all’attività del commercio della seta come apprendista e poi socio in varie imprese commerciali e nel 1390 raggiunse il fratello Simone, anche lui impegnato nell’attività mercantile, a Valencia. Negli anni seguenti alternò lunghi soggiorni a Valencia, Barcellona, Maiorca con ritorni a Firenze; la sua fortuna conobbe varie fasi, in certi momenti corse anche il rischio di fallire e un consistente aiuto gli venne dalle doti delle mogli (fra il 1388 e il 1421 Goro si sposò quattro volte; oltre alle mogli molti dei numerosissimi figli avuti da loro morirono in tenera età per malattie e pestilenze). Dal 1407 fu a Firenze più stabilmente. Ricoprì frequentemente le cariche al vertice dell’Arte della seta (fra 1402 e 1431 fu undici volte console dell’Arte), e a partire dal 1412 iniziò ad essere chiamato a varie cariche di governo (Gonfaloniere di Compagnia, Provveditore delle Gabelle di Pisa, Provveditore dello Spedale, membro dei XII Buoniuomini e poi dei Cinque conservatori del contado e distretto, podestà di Montale, membro dei Sei di mercanzia); fu quindi priore nel 1425 e Gonfaloniere di Giustizia nel 1429. Grazie alla sua esperienza come mercante, politico e uomo di governo, negli anni fra 1430 e 1433 fu una delle voci più autorevoli nei consigli cittadini. Al suo prestigio giovava anche l’essere fratello di Leonardo che, da domenicano in S. Maria Novella, era divenuto nel 1414 maestro generale dell’Ordine e fino al 1418 fu rappresentante dell’Ordine stesso e della Repubblica fiorentina al Concilio di Costanza. Goro morì a Firenze nel settembre 1435.
Due sono i testi redatti da Goro Dati: il Libro segreto e l’ Istoria di Firenze. In tal modo, a differenza di altri memorialisti fiorentini, egli tenne nettamente separate le memorie familiari dalla narrazione delle vicende storico-politiche dei suoi anni. L’ Istoria di Firenze, scritta dopo il 1409, copre gli anni dal 1380 al 1406 e si distingue (tranne la parte finale che è una descrizione di istituzioni e magistrature fiorentine) per l’obiettivo di raccontare non le vicende politiche interne, ma il ruolo di Firenze nella penisola italiana, e in particolare la sua lotta contro la Milano viscontea. L’opera, scritta quasi in presa diretta da un esponente del ceto imprenditoriale e di governo fiorentino, si manifesta come una convinta esaltazione di Firenze e del valore della “florentina libertas” contro la “tirannide viscontea”, in una visione in cui la città è favorita dalla Provvidenza divina per i meriti morali e religiosi dei fiorentini. Tale visione idealizzata ha diversamente orientato il giudizio sul valore dell’opera del Dati, che in ogni caso rappresenta una fonte preziosa per la ricostruzione storica.
Opere
L’Istoria di Firenze ha avuto un’edizione settecentesca e una (non critica) risalente ai primi del Novecento:
Istoria di Firenze, a cura di L. Pratesi, Norcia, 1904.
Studi su Goro Dati
C. Bec, Les marchands écrivains, Paris-Le Haye, 1967, pp. 151-173;
H. Baron, From Petrarch to L. Bruni, Chicago, 1969, pp. 138-150;
P. Viti, voce Dati, Goro in Dizionario biografico degli italiani, 33, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1987, pp. 35-40.