Autori ed editori a Firenze nella seconda metà del sedicesimo secolo: il ‘caso’ Marescotti
«Annali di Storia di Firenze», II (2007), pp. 77-114.

Dai documenti qui pubblicati apprendiamo che uno dei maggiori editoristampatori attivi a Firenze alla fine del sedicesimo secolo, Giorgio Marescotti, si faceva sempre pagare dagli autori, senza eccezione. Il fenomeno non è sconosciuto ma la sua categoricità e la sua estensione implicano la presenza di un sistema, funzionante e condiviso da tutti i soggetti, in cui l’editore non aveva quel ruolo di promotore culturale che invece con troppa facilità gli storici attribuiscono a chiunque abbia nel passato sottoscritto un prodotto editoriale.Questi documentici permettono poi di criticare l′uso, sempre improprio avanti la nascita dell′editoria moderna, di categorie quali linea o politica editoriale, logica di mercato, editore commerciale o «minore». Come risulta dalla presente ricerca Marescotti e i suoi colleghi non rischiavano se non per (pochi) generi di smercio sicuro perchè non erano in grado di capire il potenziale di un libro, né di immaginarne il pubblico; ed è un errore cercare – e peggio ancora trovare – una logica culturale nei loro Annali. Speculare, infine, la posizione degli autori, che non solo pagavano senza prospettive di guadagno, ma non potevano né disporre a piacere delle copie del loro libro né controllare la trasformazione del loro testo senza maggiori aggravi.


Authors and publishers in Florence in the second half of the sixteenth century: the Marescotti “case”

What we learn from the documents published here is that one of the mostimportant editor-publishers operating in Florence at the end of the sixteenth century, Giorgio Marescotti, always demanded payment from his authors, making no exceptions. The phenomenon is not unknown, but the categorical nature of its enforcement and its extensiveness imply the presence of a functional system shared and supported by all the individuals involved; one where the publisher did not just act as a cultural promoter. A role which historians – a little freely - attributed to anyone who had supported publishing in the past. These documents also allow us to examine the practice, always improper when compared to the birth of modern publishing, of categories such as lines or publishing policies, market logic, commercial publishers or “minor” publishers. This research shows that Marescotti and his colleagues did not take on a risk, if not for (a small number of) genres which were certain to be good sellers because they were both incapable of understanding the potential of a book and of imagining the public.This is why it is wrong to look for - and even worse find - a cultural logic in their Annals. Lastly, the paper also speculates on the position of the authors, who not only paid without any prospect of making a profit, but who did not have the right to dispose of copies of their own book, nor did they have the right check transformations in their texts without making further payments.


Gustavo Bertoli  si è laureato presso l’Università di Firenze in Storia moderna. Ha scritto vari saggi sulla storia della stampa manuale, la bibliografia testuale, Vincenzio Borghini, gli eretici fiorentini del XVI secolo. Recentemente, con Riccardo Drusi, ha curato il volume Vincenzio Borghini. Filologia e invenzione nella Firenze di Cosimo I, Atti del convegno (Firenze, 21-22 marzo 2002), Padova, Il Poligrafo, 2005. Collabora con l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze.


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