Giovanni di Pagolo Morelli
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Nasce a Firenze il 30 ottobre del 1371, da  Paolo di Bartolomeo Morelli tintore e prestatore iscritto all’arte della Lana e monna Telda Quaratesi. La sua famiglia originaria del Mugello e, a detta dello stesso Giovanni inurbatasi nel XII secolo, si stabilisce nel sestiere di San Pier Scheraggio, poi quartiere di s. Croce. Qui passa progressivamente dalla parrocchia di san Simone a quella di san Jacopo tra i Fossi fino alla chiesa dei Francescani dinanzi alla quale l’abitazione che fu un tempo di Giovanni è a tuttoggi  rivelata da una traccia di toponomastica urbana che, ancora, indica l’angolata della piazza come Canto dei Morelli.
Sposato a Caterina degli Alberti rischia di vedere compromessa la sua carriera politica ancora agli esordi a causa dell’esilio comminato alla famiglia Alberti sul concludersi del secolo XIV da parte della fazione albizzesca. Tuttavia, grazie a buone amicizie con la classe politica cittadina e al potenziale economico di cui dispone, Giovanni riesce a essere imborsato tra gli eleggibili nel 1404. Da quel momento avrà accesso a una florida carriera che lo vedrà occupare posti di rilievo nei consigli, negli uffici intrinseci, in quelli per il territorio  e soprattutto nei Tre Maggiori, vertice dell’esecutivo fiorentino, per i quali viene estratto 7 volte: Gonfaloniere di compagnia nel 1410, 1430 e nel  1436, dei Dodici Buonuomini  nel 1410 e nel 1432,  Priore nel 1427 e Gonfaloniere di giustizia nel 1441.
Morta Caterina, si sposa in seconde nozze con Drea di Gherardo Buondelmonti. Assiste al naufragio del secondo matrimonio e alla scomparsa prematura del primogenito Alberto. Il dolore del  lutto per il figlio è immortalato in alcune pagine del suo libro di Ricordi divenute celebri per la modernità e l’intimismo con cui l’argomento viene affrontato.
Celebrato dalla storiografia come tipico esempio del mercante scrittore e primo esponente della famiglia Morelli di una lunga serie di cronisti (Lorenzo Morelli, Lionardo Morelli, ecc.) Giovanni ci ha lasciato un libro di Ricordi che è insieme Cronaca e manuale di precetti. Le componenti di memoria personale si affiancano a quelle di storia cittadina allineando episodi intimi (le nascite e i battesimi dei figli, le fughe causate dalla pestilenza, le considerazioni sui parenti e sulla propria condizione) a memorie di cronaca pubblica (le vicende di Bernabò Visconti e del suo succesore Gian Galeazzo fino alla sua agognata dipartita, il tumulto dei Ciompi, la cacciata dell’Acciaioli e degli Alberti, la presa di Pisa). Tra le ricordanze di ordine familiare e quelle di ambito pubblico si inseriscono poi in una composizione equilibrata e affatto casuale momenti precettistici che spesso traggono ispirazione dalla trattatistica corrente:proverbi in rima, consigli contro la peste, suggerimenti per la scelta della sposa, indizi sul comportamento da tenersi col prossimo (deferenza verso il potere, sospetto verso il meno abbiente) e una ben nota e strutturata dissertazione (frutto della sua personale esperienza di orfano) sui danni che occorrono al pupillo privato del padre.
Muore a Firenze nel 1444 mentre è ancora in carica come Podestà di Montepulciano.

Opere
 Ricordi, a cura di V. Branca, Firenze, Le Monnier 1956;
 Ricordi, a cura di V. Branca in Mercanti scrittori, Milano, Rusconi 1986.

Studi su Giovanni di Pagolo Morelli
L. Pandimiglio, Giovanni di Pagolo Morelli e la continuità familiare, «Studi medievali», XXIII (1981);
L. Pandimiglio, Giovanni di Pagolo Morelli e la ragion di famiglia in Studi sul medioevo cristiano offerti a R. Morghen per il 90° anniversario dell’istituto storico italiano (1883-1973), II, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, 1974, pp. 553-606;
L. Pandimiglio, Giovanni di Pagolo Morelli e le strutture familiari, «Archivio Storico Italiano», CXXXVI (1978),  pp. 3-55;
P. Giorgi, Sulla Cronica di Giovanni di Paolo Morelli, Firenze, Barbera, 1882;
Pecoraro, M. Ricordi di Giovanni Morelli , «Rinascimento», VIII (1957),1, pp.143-149;
F. Cardini, Sognare a Firenzefra Trecento e Quattrocento, «Quaderni medievali », 1980.