29 ottobre 1633: nasce Antonio Magliabechi

di Alfonso Mirto

 

Antonio Magliabechi (immagine tratta dalla “New York Public Library Digital Collection”)

Firenze, i fiorentini e non solo, devono essere riconoscenti a questo ‘originale’ ed eruditissimo personaggio che fece sentire la sua voce nel mondo culturale per tutta la seconda metà del Seicento, perché a lui si deve il lascito librario più consistente della città, senza contare l’immenso carteggio, oggi custodito nella Biblioteca Nazionale Centrale, attraverso il quale si può ricostruire buona parte della storia dei rapporti culturali e del commercio librario europeo di quel periodo, tale da essere definito «Segretario dell’Europa colta». Il documento ufficiale della donazione fu sottoscritto, il 26 maggio 1714, dal notaio Giovanni Evangelista Miccinesi e stabiliva una costruzione di una «pubblica libraria a benefizio universale della città».

 

Bibliotecario granducale, Antonio Magliabechi, quanto fu critico e polemico verso i suoi concittadini, tanto fu aperto e disponibile verso i forestieri. È nota la sua scarsa simpatia per alcuni dotti vicini alla corte granducale, tra i quali Francesco Redi e Alessandro Segni, rispettivamente «consolo» e «segretario» dell’Accademia della Crusca. Con Giovanni Andrea Moniglia, medico e commediografo, ebbe una diatriba che andò oltre i limiti della decenza. Con i forestieri, sia essi della penisola che «oltramontani», fu invece sempre pronto a soddisfare ogni richiesta; tanti furono, infatti, quelli in contatto con lui e chiunque, sia cattolico sia protestante, giungesse a Firenze, obbligatoriamente si recava a fargli visita. Per chi poi arrivava per studiare, il Magliabechi diventava l’interlocutore principale e necessario. Iacob Gronov, celebre studioso olandese, professore, tra l’altro, anche allo Studio pisano, per godere meglio della sua conversazione prese alloggio nei pressi della sua abitazione, in via della Scala. I padri bollandisti Henschenius e Papebrochius, giunti a Firenze, per prima cosa resero omaggio al dotto fiorentino; i padri Germain e Mabillon si fecero raccomandare per visitare le biblioteche dei monasteri di Camaldoli e di Vallombrosa.

 

3. Antonio Montaiuti, Busto di Antonio Magliabechi, XVIII sec., presso Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Non solo i dotti, ma anche i rappresentanti delle famiglie delle grandi aziende librarie europee, visitando Firenze, non mancavano di fare un saluto al bibliotecario granducale: Pieter Blaeu, figlio di quel Joan famosissimo per i suoi Atlas, aveva soggiornato brevemente nella capitale del granducato nel 1660 e rientrato ad Amsterdam inviò a Magliabechi una lettera colma di ringraziamenti per il trattamento riservatogli, promettendo anche un occhio di riguardo negli acquisti librari. Jacques Anisson, figlio di Laurent, uno dei maggiori stampatori-librai lionesi, venne a Firenze in compagnia dei padri maurini Jean Mabillon e Michel Germain, amici di lunga data del Magliabechi e ciò permise all’azienda lionese di rafforzare i rapporti commerciali con la corte medicea. Così fecero anche i Borde-Arnaud di Lione e i Combi-La Noù di Venezia che, nel mandare i propri rampolli per la Penisola a cercare nuovi clienti e a rafforzare i rapporti esistenti, li obbligavano, passando per Firenze, ad omaggiare «l’ossequiatissimo» bibliotecario.

 

Antonio Magliabechi, secondo il libro dei battesimi conservato all’Opera del Duomo, nacque a Firenze il 29 ottobre 1633, da Marco, originario del Mugello, e da Ginevra di Iacopo Baldoriotti. Ebbe un fratello, Iacopo, cui fu dato il nome del nonno materno. Fu Antonio che mantenne il fratello agli studi, facendolo laureare allo Studio di Pisa in utroque iure. Iacopo fu al servizio del cardinale Francesco Martelli, seguendolo nella nunziatura in Polonia; poi, a Roma, ricoprì la carica di Auditore del Luogotenente Fiscale della Camera, cessando di vivere il 15 gennaio 1701.

Rimasti orfani di padre in tenera età, Antonio e Iacopo crebbero sotto la tutela della madre che li avviò allo studio del latino, facendoli seguire dal chierico Giovanni Fabbri, fiorentino. A sedici anni, Antonio fu avviato all’attività di battiloro, presso la bottega degli orafi Guidi e Comparini, cugini di parte materna. Svolgeva questa mansione senza entusiasmo e, quando poteva, si dedicava alla lettura di libri di ogni genere.

 

2. Medaglia in bronzo con l’effigie di Antonio Magliabechi realizzata l’anno della sua morte (1714). Sull’altro lato è rappresentato Magliabechi seduto sotto un albero, intento a leggere un libro

Questo suo interesse per la lettura lo fece entrare in rapporto con i dotti fiorentini: tra questi Michele Ermini, noto grecista; Lorenzo Panciatichi, canonico fiorentino; Carlo Roberto Dati, che spesso lo esortava ad una vita più sana e più consona alle sue condizioni. Tanto che pensò di farlo trasferire dalla casa di via della Scala, in una abitazione, probabilmente più salubre, ubicata in Sitorno, nelle vicinanze di via de’ Serragli.

 

L’amicizia e la conoscenza di tutti questi eruditi fiorentini, gli consentirono di farsi conoscere dai principi di casa Medici, primo tra i quali Leopoldo, il più dotto, che subito lo prese come suo intermediario per l’acquisto dei libri, che prima gli pervenivano per mezzo soprattutto di Carlo Roberto Dati e di Lucas Holstenius. Con Leopoldo e poi con Francesco Maria, i rapporti non possono essere considerati quelli tra “padrone” e “sottoposto”, ma di persone amiche. E se nel carteggiare con il principe Leopoldo si nota una certa reverenza, con Francesco Maria le distanze sembrano quasi assenti e non di rado nelle lettere del Magliabechi si possono leggere consigli per il principe e non solo di libri. Egli curò anche la biblioteca del granduca Cosimo III, per cui approntò diversi cataloghi, rimasti tutti manoscritti e conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.

Il 4 settembre del 1698, fu annoverato fra gli arcadi con il nome di Diotimo Oeio; il padre Angiolo Finardi, agostiniano, anagrammò il suo nome chiamandolo: Is unus Bibliotheca magna, mentre il padre Mabillon della Congregazione di San Mauro, lo definì Museum ambulans et viva quaedam bibliotheca. Il Magliabechi morì il 4 luglio 1714.

 

Elenco dei link in ordine di citazione

 

Il fondo Magliabechi presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Progetto “Francesco Redi. Scienziato e poeta alla Corte dei Medici”

Profilo di Alessandro Segni

Biografia di Giovanni Andrea Moniglia

Jacob Gronov nel Portale in Biografisch Portaal van Nederland

Henschenius nell’Encyclopaedia Britannica

Profilo di Papebrochius

Museum Italicum seu collectio veterum scriptorum ex bibliothecis italicis di Mabillon e Germain nel Progetto “Grand tour”

Profilo di Joan Blaeu

Profilo di Jacques Anisson

Pagina dei registri battesimali con nascita di Antonio Magliabechi

Biografia del cardinale Francesco Martelli

Profilo di Lorenzo Panciatichi

Profilo di Carlo Roberto Dati

Biografia del cardinale Leopoldo de’ Medici

Profilo di Lucas Holstenius

Biografia di Francesco Maria de’ Medici

Biografia di Cosimo III de’ Medici

 

Bibliografia

 

A. Albanese, Magliabechi, Antonio in Dizionario Biografico degli Italiani, LXVII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2006, pp. 422-427

 

G. Firmanò, Il paratesto nella corrispondenza di Antonio Magliabechi, Bologna, Patron, 2006

 

E. Chapron, «Ad utilità pubblica». Politique des bibliothèques du livre à Florence au XVIIIe siècle, Genève, Droz, 2009

 

P. Scapecchi, Antonio Magliabechi nella Firenze tra XVII e XVIII secolo, Firenze, Polistampa, 2011

 

A. Mirto, Antonio Magliabechi e le sue note all’«Index Librorum Prohibitorum», «Annali di storia di Firenze», V (2010), pp. 73-165

 

A. Mirto, Lettere degli Anisson Posuel e Rigaud, librai lionesi, ad Antonio Magliabechi e alla corte medicea, Napoli, Scriptaweb, 2011

 

A. Mirto, Lettere di Antonio Magliabechi a Leopoldo de’ Medici, Roma, Aracne, 2012