31 dicembre 1894: muore Gesualda Malenchini Pozzolini

di Aurora Savelli (Università di Firenze)

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Gesualda ritratta dalla figlia Antonietta, ante maggio 1873, Villa di Bivigliano (per cortese concessione di Giorgio Pozzolini)

Se è ben noto il nome di Vincenzo Malenchini, tra i protagonisti della ‘pacifica rivoluzione’ toscana del 27 aprile 1859, poi nominato membro del governo provvisorio, praticamente sconosciuto è quello della sorella Gesualda.

 

Gesualda Malenchini è a pieno titolo ascritta al pantheon femminile del Risorgimento italiano: compare in una serie di cartoline di italiane e italiani illustri stampate a Firenze ai primi del Novecento da Filippo Orlando, una voce le è dedicata nelle Italiane benemerite del Risorgimento nazionale di Gemma Giovannini Magonio (1907) e poi nel Dizionario del Risorgimento Nazionale di Michele Rosi. Dopo questi lontani contributi, Gesualda sarà destinata a condividere con altre protagoniste del Risorgimento italiano la polvere del più completo oblìo.

Nacque a Livorno il 2 aprile 1809; venne istruita da maestri privati che vi trovarono «disposizioni molto favorevoli agli studi delle lettere, e anche delle arti; perché le fu molto cara la pittura e la musica». Diciannovenne sposò Luigi Pozzolini e si trasferì a Firenze, «città molto opportuna alla cultura svariata del suo intelletto» (le citazioni che precedono sono tratte dalle Biografie livornesi di Francesco Pera). Quando Vincenzo venne arrestato dalle autorità pontificie, nel 1844, perché sospettato di liberalismo, si adoperò con successo per ottenere il suo rilascio. Condivise con passione gli ideali politici del fratello, cui fu sempre molto legata, e quando questi nel 1848 la chiamò a Livorno, Gesualda non si sottrasse. Come possiamo leggere del Dizionario del Risorgimento Nazionale «alla testa di una squadra di donne, provvide a cucire e a distribuire bandiere e coccarde tricolori, prese parte attiva a dimostrazioni patriottiche, e con altre elette gentildonne andò raccogliendo l’obolo per l’eroica Venezia». Al pari di altre madri dell’epoca, Gesualda fu fiera della partecipazione dei figli Giorgio e Eugenio alle guerre d’indipendenza.

 

Villa di Bivigliano, proprietà Pozzolini. La cappella

Dalla fine degli anni Cinquanta a Firenze fu attivo il suo salotto di via de’ Pilastri, frequentato da Atto Vannucci, da Giannina Milli, da Erminia Fuà Fusinato, da Pietro Thouar e da molti altri intellettuali e uomini politici. Si trattava di un ritrovo e conversazione regolare (tutti i venerdì sera), che Antonietta Pozzolini, figlia di Gesualda, definisce «un bene grandissimo […] perché ne nasce quella generale armonia che si chiama civiltà e che porta miglioramenti notevoli nei nostri costumi» (dagli Scritti editi e inediti raccolti da Gesualda dopo la precoce morte della figlia).

 

Ispettrice degli asili infantili, tra le poche donne socie della Società Geografica Italiana, con grande energia e determinazione Gesualda Pozzolini si dedicò all’impegno di educatrice attraverso la scuola da lei fondata a Bivigliano, dove il marito acquistò nel 1858 la villa ancora oggi di proprietà della famiglia Pozzolini. Affiancata nell’attività didattica dalle figlie Cesira e Antonietta – la prima delle quali sposerà il noto filosofo e pedagogista Pietro Siciliani -, nel 1870 Gesualda Pozzolini ricevette dal ministro della Pubblica Istruzione Cesare Correnti la medaglia d’oro per le benemerenze acquisite nel campo dell’istruzione popolare. Nel 1885 la sua esperienza didattica coinvolgeva 175 allievi «divisi in 7 scuole per il comodo di quelle sparse popolazioni, che sarebbe impossibile di riunire durante l’inverno! […] ne ho aperte due dietro Monte Senario in un paese detto Polcanto ove accorrono molti boscaioli…» (traggo da un quadernetto che Gesualda utilizzava come copialettere, conservato presso l’archivio privato Pozzolini

Villa di Bivigliano

nella Villa di Bivigliano). Chi visitava la scuola, come Aurelia Folliero de Luna, che ne fece un attento resoconto, era colpito dal fatto che «a qualunque ora del giorno o della sera, nei dì festivi o in quelli di lavoro, si presentino cento scolari alla classe, o se ne presenti uno solo, questi trova sempre pronto il maestro per insegnargli. Dalle 8 del mattino alle 11 di sera la villa Pozzolini accoglie ed ammaestra tutti quelli che vi vanno per tale oggetto, e perciò oltre la signora e la sua famiglia, vi sono delle maestrine, e per alcune classi si segue il sistema del mutuo insegnamento, che dà, come in Svizzera, ottimi risultati». Gesualda viveva come una vera e propria missione civilizzatrice, di redenzione sociale, questo impegno per le popolazioni rurali.

 

 

Nel centenario della nascita, il 2 aprile 1909, Bivigliano le rese omaggio facendo apporre una epigrafe sotto il loggiato della chiesa di San Romolo, a ricordo della fondazione della scuola per i «figli del popolo». Gesualda era scomparsa da qualche anno; si era spenta a Firenze il 31 dicembre 1894, all’età di 85 anni.

Gesualda Pozzolini nella serie delle cartoline di “Italiani illustri” di Filippo Orlando

Firenze le aveva reso il giusto tributo, con una partecipazione corale ai suoi funerali. Sepolta nella cappella di famiglia presso la Villa di Bivigliano, Gesualda aveva scritto di suo pugno l’epitaffio: «Gesualda Malenchini / affettuosa moglie di Luigi Pozzolini / madre di nove figli / con ardore sempre giovanile / amò potentemente / Iddio la patria la famiglia / fondatrice benemerita / della scuola rurale di Bivigliano / rigeneratrice di questo popolo / amata e benedetta / riposa qui / nella pace del Signore / Nata a Livorno il 2 aprile 1809».

 

Gesualda traccia un medaglione perfetto, nel quale privato e pubblico si intrecciano indissolubilmente, così come gli afflati religioso e patriottico, che trovano un naturale esito nell’impegno per l’educazione popolare e per l’educazione delle donne in particolare, cioè per quel ‘risorgimento’ sociale e civile della nazione cui donne come Gesualda seppero e vollero dare un fondamentale contributo.

 

Bibliografia di riferimento

A. Savelli, Gesualda Malenchini Pozzolini e le sue figlie: «indivisibili come sorelle». Primi appunti, in Vincenzo Malenchini, patriota risorgimentale nel bicentenario della nascita, Atti del convegno di prossima pubblicazione in «Rassegna storica toscana»

M.A. Signorini, A. Visconti, Il salotto di Gesualda e Cesira Pozzolini nella Firenze del 1859, in M.L. Betri, E. Brambilla (a cura di), Salotti e ruolo femminile in Italia: tra fine Seicento e primi Novecento, Venezia, Marsilio, 2004, pp. 381-403

E. Michel, Pozzolini Gesualda, in Dizionario del Risorgimento Nazionale. III. Le persone E-Q, Milano, Vallardi, 1933, ad vocem

F. Pera, Quinta serie di nuove biografie livornesi, Firenze, Tip. Arcivescovile, 1912, pp. 2-6

G. Giovannini Magonio, Italiane benemerite del Risorgimento nazionale, Milano, L.F. Cogliati, 1907, pp. 217-226

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