Nato nel 1899 da un’antica e nobile famiglia fiorentina, manifestò fin dall’adolescenza una spiccata inclinazione letteraria, alla quale sarebbe restato fedele per tutta la vita. A parte infatti una breve parentesi di studi nell’ambito delle scienze naturali all’Università di Pisa, abbandonò ben presto gli interessi scientifici per dedicarsi alle letture e alle ricerche archivistiche, specialmente nei quasi sconosciuti ma ricchissimi fondi documentari delle grandi famiglie cittadine. Fu quindi un autodidatta, e sebbene avesse ottenuto ben presto la libera docenza per chiara fama, svolse il suo percorso intellettuale sostanzialmente al di fuori degli ambiti accademici. Nel corso degli anni ’20 rinvenne e pubblicò una straordinaria quantità di documenti sui maggiori personaggi della storia fiorentina del 4 e 500, che furono alla base delle sue successive ricerche: fu tra l’altro il primo a leggere gli scritti inediti di Guicciardini pubblicati poi col titolo di Cose fiorentine. Nel 1929 fondò la “Rivista storica degli archivi toscani”, che diresse fino al 1935. Finissimo bibliofilo, e considerato il maggiore paleotipista del suo tempo, fu maestro negli studi sulla storia della stampa e soprattutto degli incunaboli; in virtù di simili competenze diresse la rivista “La Bibliofilia” dal 1944 al 1982. Con il passare degli anni la vena di scrittore e poeta che aveva già dato frutti in gioventù prese sempre più vigore; dedicatosi alla poesia e alla prosa d’arte, pubblicò opere e raccolte di versi come I Ghiribizzi e Il libro delle favole, che gli meritarono grande stima tra i critici e lo videro finalista nei maggiori premi letterari come il Viareggio e lo Strega. Fu collaboratore della terza pagina del Corriere della Sera dal 1960 al 1985 e della rivista “Belfagor”, di cui assunse anche la condirezione per alcuni anni. Come indiscussa autorità negli studi savonaroliani fu direttore del Comitato per l’edizione nazionale delle opere di Savonarola dal 1963 al 1991, anno in cui lo colse la morte.
Scrittore raffinato ed erudito coltissimo, Ridolfi trovò nella biografia il genere letterario e storico più congeniale alla sua sensibilità: numerosi sono i suoi scritti autobiografici e celebre la biografia di Giovanni Papini del 1957. Ma soprattutto a quel genere appartengono le sue opere storiografiche più importanti, ovvero le Vite di Savonarola, Machiavelli e Guicciardini, considerata quest’ultima il suo capolavoro: continuamente aggiornate ed ampliate nelle numerose edizioni successive, le tre vite esprimono la capacità, che nessun altro come Ridolfi ha avuto per la storia di Firenze, di unire una prosa meditata e godibile ad una sterminata conoscenza documentaria, e quindi restano a molti decenni di distanza veri e propri classici imprescindibili sul Rinascimento fiorentino.
Opere
Lettere di Gerolamo Savonarola, a cura di R. Ridolfi, Firenze, Olschki, 1933;
Studi savonaroliani, Firenze, Olschki, 1935;
F. Guicciardini, Le cose fiorentine, ora per la prima volta pubblicate da Roberto Ridolfi, Firenze, Olschki, 1945 (Ristampa Firenze, Olschki, 1983);
Vita di Gerolamo Savonarola, Roma, Belardetti, 1952 (Nuova edizione accresciuta Firenze, Sansoni, 1974 e successive ristampe. Ristampa con avvertenza di E. Garin e note aggiuntive di A.F. Verde Firenze, Le Lettere, 1997);
La stampa a Firenze nel secolo XV, Firenze, Olschki, 1958;
Vita di Niccolò Machiavelli, Roma, Belardetti, 1954 (Nuova edizione Firenze, Sansoni, 1969 e successive ristampe);
Vita di Francesco Guicciardini, Roma, Belardetti, 1960 (Nuova edizione rivista Milano, Rusconi, 1982);
Studi guicciardiniani, Firenze, Olschki, 1978.
Studi su Roberto Ridolfi
M. Martelli, L’opera di Roberto Ridolfi, saggio critico e bibliografico, Firenze, Olschki, 1962;
Roberto Ridolfi. Un fiorentino alla Baronta. Testimonianze di A. Olschki, L. Balsamo, E. Garin, G. Spadolini, I. Montanelli, Firenze, Olschki, 1992;
Roberto Ridolfi. Convegno di Studi Firenze, 15-16 novembre 1996, Firenze, Olschki, 1997.