Nacque a Firenze forse intorno al 1280 da Villano di Stoldo e Fia di Ugolino da Coldaia. Esordì in campo mercantile agli inizi del ‘300 nella società dei Peruzzi della quale poi, dopo una breve esperienza a Bruges in qualità di fattore tra il 1302 ed il 1307, divenne socio. Il sodalizio commerciale coi Peruzzi ebbe però breve durata, e si interruppe probabilmente già tra il 1308 ed il 1310. In seguito, Villani avviò la collaborazione con la società dei Buonaccorsi. In questa nuova collocazione professionale Villani risiedeva ormai stabilmente a Firenze, dove aveva contratto un secondo matrimonio dopo un primo sfortunato e dove, tra il terzo e quarto decennio del secolo, intraprese una brillante ed intensa carriera politica. Tra i vari incarichi che ricoprì, fu Ufficiale della Moneta nel 1316, tre volte priore (dal dicembre 1316 al febbraio 1317; dal dicembre 1321 al febbraio 1322; dall’agosto 1328 all’ottobre dello stesso anno), sovrintendente alla costruzione delle nuove mura nel 1324, membro di una commissione sull’estimo nel 1327, tra i magistrati incaricati di prendere provvedimenti per fronteggiare la carestia tra il 1329 ed il 1330. Tale intensa partecipazione alla vita politica urbana, tuttavia, cominciò a declinare già a partire dal 1331 quando, alla scadenza del mandato di camerlingo del comune per la nuova cinta di mura, fu accusato di malversazioni. Da tali accuse si scagionò, ma a fatica, e da allora ebbe poche e modeste occasioni di imporsi nella vita politica. Un altro duro colpo gli giunse nel 1342: la compagnia dei Buonaccorsi fallì, andando incontro ad una sorte infausta che non avrebbe risparmiato di lì a poco le grandi famiglie dei mercanti banchieri come Bardi, Peruzzi e Acciaioli. Travolto dal fallimento, Villani fu costretto anche ad un periodo di prigionia nel carcere fiorentino delle Stinche. È a quest’epoca che risale un cambiamento di residenza della famiglia di Villani: abbandonata la casa ereditata da Villano di Stoldo nel popolo di San Procolo, Giovanni e i suoi parenti si trasferirono nel popolo di San Pier Maggiore nel quale abitava la famiglia di origine della seconda moglie di Giovanni, quella dei Pazzi. Uscito dal carcere, un’ultima tragedia cittadina pose fine alla sua esistenza: Villani rimase infatti vittima della terribile peste nera che nel 1348 decimò la popolazione fiorentina. Villani è autore di una celebre Cronaca che narra, in dodici libri, la storia del mondo e in particolare di Firenze, dalla torre di Babele fino al 1348, che fu poi continuata da suo fratello minore, Matteo. A detta dello stesso autore, l’ispirazione a scrivere una cronaca sulle vicende fiorentine lo colse nel 1300, allorché si trovava a Roma in occasione del giubileo indetto da Bonifacio VIII. Testo brillante e ricchissimo, via via più accurato e attendibile con l’avvicinarsi della narrazione ai tempi di vita dell’autore, la Cronaca villaniana è una delle opere più interessanti della prosa volgare trecentesca, e sicuramente la più famosa delle Cronache cittadine del Basso Medioevo, vero e proprio emblema della civiltà comunale fiorentina nel momento del suo più fulgido splendore.
Opere Nuova cronica, a cura di G. Porta, Parma, Guanda, 1990-1991, 3 voll.; La Cronica è consultabile in vari siti presenti in rete, ad esempio, digitando l’indirizzo [09/10]: http://www.liberliber.it/biblioteca/v/villani/index.htm
Studi su Giovanni Villani F. P. Luiso, Indagini biografiche su Giovanni Villani, «Bullettino dell’istituto storico italiano», LI (1936), pp. 1-66; A. Frugoni, Giovanni Villani, «Bullettino dell’istituto storico italiano», LXXVII (1965), pp. 229-255; G. Aquilecchia, Villani Giovanni, in Enciclopedia Dantesca, V, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1976; M. Luzzati, Giovanni Villani e la compagnia dei Buonaccorsi, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1971; F. Ragone, Giovanni Villani e i suoi continuatori. La scrittura delle cronache a Firenze nel Trecento, Roma, ISIME, 1998.