5 agosto 1683: la Madonna della Pace e il mecenatismo granducale

di Daniela Smalzi, Università di Firenze

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Chiesa della Madonna del Pozzo a Empoli

«Addì 5 di agosto 1683. Giovedì. Giorno festivo di Santa Maria della Neve, si vide per la prima volta nella chiesa dei Padri Bernardoni detti della Pace fuori della porta a San Pier Gattolino, la nuova soffitta con la tavola nel mezzo dipinta da Luca Giordano, uomo celebre nella sua arte, essendo stato ancora ricresciuto e restaurato il convento de’ medesimi religiosi a spese della granduchessa Vittoria della Rovere, madre del regnante granduca» (Archivio di Stato di Firenze, Manoscritti 138, c. 414): con queste parole il diarista fiorentino Francesco Settimanni testimonia uno degli ultimi e più eclatanti atti di mecenatismo della famiglia regnante per il ‘dimenticato’ complesso religioso della Madonna della Pace, posto nei pressi di porta Romana (nell’omonima via Madonna della Pace) e tutt’oggi esistente, sebbene parzialmente inglobato all’interno di un immobile residenziale dopo la soppressione di chiesa e convento durante il governo di Pietro Leopoldo. La sola navata laterale destra è attualmente destinata al culto religioso.

 

Si trattava di una «chiesa rustica con portico» edificata nel 1564 dalle monache di Santa Felicita lungo la strada extra moenia che costeggiava la collina di Boboli, nel luogo dove un’immagine miracolosa della Madonna della Neve sopravvissuta alle devastazioni dell’assedio del 1529 aveva attirato – al principio degli anni ’60 del ’500 – la devozione popolare ed il conseguente accumulo di «limosine» atte ad avviare la costruzione dell’edificio, realizzato secondo specifiche caratteristiche tipologiche mirate ad accogliere il flusso di pellegrini che si recava a venerare l’icona sacra.

 

Chiesa della Madonna della Fontenuova a Monsummano Terme

Il loggiato che circondava su tre lati l’edificio religioso (parzialmente chiuso fra fine ’600 e inizi ’700 per volere di Cosimo III, che fece trasformare le due ali laterali porticate in navate interne con altari, come testimoniato dall’incisione di Giuseppe Zocchi del 1744) costituisce dunque l’elemento architettonico di maggior rilievo del complesso: moderni approfondimenti storiografici hanno infatti messo in luce come il rinnovamento o la creazione ex novo di chiese mariane nel territorio granducale, fra la seconda metà del Cinquecento e la prima metà del Seicento, portasse alla realizzazione di numerosi edifici ecclesiastici accomunati dai medesimi caratteri stilistici e architettonici (chiesa ad aula unica con portico di archi su colonne/pilastri), memori forse di un preciso schema tipologico di matrice albertiana riportato in auge nel 1550 dalla traduzione del De Re Aedificatoria di Leon Battista Alberti. È stato inoltre dimostrato come tale fenomeno sia da mettere in relazione con il processo di riorganizzazione insediativa, produttiva e infrastrutturale avviato in varie zone del contado per volere granducale: l’instancabile opera di promozione politica e unificazione territoriale compiuta dalla famiglia medicea passava dunque attraverso elementi iconografici immediatamente riconoscibili, fra i quali il modello architettonico della Madonna della Pace.

 

 

Chiesa della Madonna della Pace nell’incisione di Giuseppe Zocchi del 1744

La Madonna della Pace è stata dunque il prototipo per numerose chiese mariane sorte fra Cinque e Seicento nel contado fiorentino, fra le quali la chiesa della Madonna della Fontenuova a Monsummano Terme (che l’architetto granducale Gherardo Mechini dichiara esplicitamente essere ispirata a quella fiorentina), l’omonima chiesa della Madonna della Pace al Bottinaccio presso Montespertoli, la chiesa della Madonna del Pozzo a Empoli, la chiesa di Santa Maria del Soccorso e di Santa Maria della Pietà a Prato etc.

 

 

Per quanto concerne la chiesa della Pace di Firenze, bisogna sottolineare come fin dalla sua fondazione essa fosse stata designata quale elemento integrante del progetto mediceo di politica culturale, come testimoniato dalla sua localizzazione e dalla doppia denominazione. L’originaria dedicazione alla Madonna della Neve venne infatti modificata nel 1564 per ricordare la pace raggiunta a seguito della vittoria di Marciano (2 agosto 1554) ed omaggiare quindi il suo fautore, Cosimo I. Significativo è inoltre il luogo ove essa sorse, ovvero in stretta relazione spaziale con un altro episodio urbano intra moenia, esplicitamente creato per esaltare l’azione di pacificazione del duca, ovvero la colonna «della Pace» in marmo mischio di Seravezza, presso San Felice in Piazza. Tale colonna, eretta nel 1572 per volere di Cosimo I, faceva parte di una triade di colonne celebrative volte a monumentalizzare le direttrici urbane della nuova capitale granducale, la prima delle quali collocata in piazza Santa Trinita proprio negli stessi anni di fondazione della chiesa della Pace.

 

Chiesa della Madonna del Pozzo a Empoli

La Madonna della Pace assunse un ruolo sempre più importante grazie alla propria ubicazione al centro dei possedimenti medicei d’Oltrarno, evidenziati dal triangolo Pitti (palazzo di Luca Pitti acquistato da Eleonora di Toledo nel 1550 e divenuto con Ferdinando I sede della reggia medicea, ingrandita sotto Cosimo II e Ferdinando II a partire dal 1618) – Poggio Imperiale (originaria villa dei Baroncelli ingrandita fra il 1622-24 dalle reggenti Cristina di Lorena e Maria Maddalena d’Austria) – Forte Belvedere (fortezza costruita fra il 1590 e il 1595 per volere di Ferdinando I): essendo dunque inglobata in quest’area di diretta attinenza della corte, essa godette del particolare favore granducale, vedendo coinvolti nella sua decorazione – ma anche nei suoi ingrandimenti architettonici concernenti l’attiguo monastero – i maggiori artisti e architetti di corte, fra cui Santi di Tito, Bilivert, Matteo Rosselli, Giulio Parigi, Pier Maria Baldi, Antonio Ferri, Livio Mehus, e, ovviamente, Luca Giordano.

 

 

Bibliografia di riferimento

  • I. Härth-Ragaller, Kirche und Kloster «Madonna della Pace» in Florenz, in Kunst des Barock in der Toskana. Studien zur Kunst unter den letzten Medici, München, Bruckmann, 1976, pp. 289-295
  • D. Lisci Bemporad, G.C. Romby (a cura di), Il paesaggio dei miracoli. Maria Santissima della Fontenuova a Monsummano. Santuari e politiche territoriali nella Toscana medicea da Ferdinando I a Cosimo II, Catalogo della mostra (Monsummano Terme, 20 dicembre 2002-30 aprile 2003), Pisa, Pacini Editore, 2002
  • E. Ferretti (a cura di), Il popolo di Dio e le sue paure: la fortuna del culto mariano, santi e santuari, gli spazi e i rituali, vie crucis, tabernacoli e rogazioni, le confraternite, Castelfiorentino, Società storica della Valdelsa, 2003

 

Elenco dei link in ordine di citazione (il loro funzionamento è stato verificato il 2 luglio 2014):

Festività della Madonna della Neve

 

Ordine religioso cistercense dei foglianti o padri bernardoni